The voyage of the Nostra Signora del Carmine e san Antonio da Padova

Departing Tabarca on 27-10-1691

Summary



Ports Show

1 Tabarca
Dep: 27-10-1691
2 Genoa
Did not reach port


Green markers show ports whose location in uncertain

Events Show

A Hostile encounter
28-10-1691
(not shown on the map - Add Coordinates)
B Divine intervention, Jettison, Soaking of cargo, Stormy sea, Strong wind
28-10-1691
(not shown on the map - Add Coordinates)
C Abandonment/loss of the ship, Deliberately Beached, Germination, Jettison, Political imposition, Soaking of cargo
29-10-1691
(not shown on the map - Add Coordinates)
D Aid from another ship, Hostile encounter
29-10-1691
(not shown on the map - Add Coordinates)


Red circles show the possible range that the event occured in

Carico di grani duri, coralli, legumi, cous cous e altro da Tabarca a Genova. L'uscita dal porto avviene con bonacci e venti deboli di maestrale e ponente. Ci si fa rimorchiare fuori dal porto di Tabarca da due lance e una corallina, per un miglio. A mezzogiorno il vento passa a tramontana che lentamente volge a grecale e maestrale. Il 28 mattina a 4 o 5 miglia da La Goletta si avvistano 2 navi davanti al porto. Si fa forza di vele per puntare verso la Sardegna e si perdono di vista i 2 vascelli. La sera del 28 verso la metà del canale tra la Barbaria e la Sardegna si alza mare grosso e i venti rinforzano. Si trovano 5 palmi d'acqua nella sentina. Si incomincia a invocare l'aiuto di sua Divina Maestà e si preparano le trombe per sgottare l'acqua. Nonostante si sgotti il livello dell'acqua continua a crescere e le trombe vengono ostruite dal grano. Quando l'acqua arriva alle parasartie il capitano, il nocchiero Geronimo Stella e altri marinai decidono che è il momento di fare consulta e di fare un getto. Si taglia l'ancora di prora e si gettano due gumine, poi si getta parte del grano. Il 29 si avvistano le isole di San Pietro e Antioco a 15 miglia. In seguito a nuova consulta si decide di investire in terra per salvarsi, continuando sempre a sgottare e a gettare altro grano. Vedendo che il pinco tiene meglio il mare si fa altra consulta alla presenza dello scrivano Raffaele Rapallo per decidere se andare a Portoscuso, per salvare almeno i coralli. L'equipaggio si dice d'accordo e fa un aggerminamento. Dopo poco ci si accorge che il vascello non può reggere e si mette lo schifo a mare, su cui si caricano le casse di corallo. Le casse ostacolano la voga sul pinco, e in seguito a consiglio si decide di rimuovere le casse e mettere i coralli in tante sporte per accomodarli meglio. Rimangono solo 1 cassa e mezzo perché finiscono le sporte. Si decide di evitare di passare dalla Sardegna per evitare che gli spagnoli avanzassero pretese sui coralli. Arriva una barca che ormeggia vicino al pinco, che nel frattempo aveva investito in spiaggia. La barca crede che il capitano e il suo equipaggio siano inglesi e li invitano a raggiungerli. Il capitano teme si tratti di corsari turchi e manda a bordo 9 marinai con lo schifo, mentre lui con Domenico Bianco e lo scrivano Raffaele Rapallo rimangono a bordo del pinco investito a terra. I nove vanno verso la barca, che ha una bandiera trapanese, per chiedere aiuto, ma dalla barca rifiutano di aiutare e vanno via a Portoscuso. A Portoscuso la barca trapanese, come poi il capitano venne a sapere, trova due barche genovesi, dei patroni Antonio Decotto e Gazimma suo genero, che vengono avvisati della situazione. Le barche genovesi raggiungono il capitano per chiedere se vuole aiuto e, prima ancora di presentarsi, chiedono se abbia caricato coralli a bordo. Il capitano risponde di aver gettato il corallo. Le barche genovesi prima di aiutare vogliono sapere cosa possono ottenere in cambio del vascello e delle merci salvate. Il capitano promette 'il giusto' ma i due patroni genovesi vogliono un accordo ben definito. Decotto arriva sul pinco e il capitano deve rivelare di avere salvato i coralli e che li vuole portare a Genova come previsto. I patroni si fanno promettere di ricevere 300 pezzi da otto a testa in cambio dell'aiuto. Si recuperano parte dei grani dal pinco. Il 30 si decide che non c'è altro grano da salvare e il capitano chiede di salvare gli attrezzi. I patroni acconsentono ma chiedono parte del nolo dei grani per 100 mine a testa. Vengono recuperati: 3 cannoni di cui uno grosso, 2 picchi, 6 pedrieri, 12 mascoli, 4 vele d'olona, le vele maggiori, la vela di trinchetto vecchia, 3 ancora di ferro, 2 gomene, tutti i corredi e capi minuti. I coralli vengono trasferiti sulle barche dei due patroni che in cambio danno una ricevuta al capitano. I patroni vanno verso Tabarca ma il capitano preferisce restare sullo schifo con i suoi marinai, con cui riprendono il mare il 30. Prima prova a chiedere a Decotto di riavere il corallo ma lui si rifiuta in ogni modo. Arrivati ad Alghero si ha notizia della barca san Gedugio di Portofino che era a Porto Conte, e la si raggiunge. Il patrone, Berto, permette di imbarcarsi per Genova, dove ci si sottopone a quarantena e poi si presenta il sudetto testimoniale.

First recorded departure date: 27-10-1691 (Tabarca)

Vessels (See more)

Name: Nostra Signora del Carmine e san Antonio da Padova (pinco)
Master: Captain Bernardino Grillo quondam Sebastiani

Reports (See more)

Testimoniale:
Written on: 08-12-1691
Writen at: Genoa, Italy
Presented on: 08-12-1691

Risk (See more)

Total risk: None present

Averages (See more)

None present